
I sistemi socio-tecnici complessi

Written by redazione
La nostra vita è organizzata per sistemi di riferimento, così come la natura stessa e le organizzazioni di ogni genere e dimensione. La stabilità di un sistema è fondamentale per la sua prosperità ed una coerente interrelazione con il mondo che lo circonda. Comprendere il contesto nel quale è inserito, il suo funzionamento interno e le parti che lo costituiscono, sono i primi passi per un’analisi che consenta di valutare tutti quegli elementi (interni ed esterni) che possono in qualunque modo impattare sulla sua stabilità.
In questo approfondimneto ci preme definire i vari tipi di sistemi, perchè da essi dipende la metodologia utilizzata per la loro analisi. I sistemi che verrano definiti sono quelli:
– trattabili e non trattabili
– complicati e complessi
I Sistemi: definizioni e tipologie
Per sistema si intende un insieme di entità, strutture e organi che hanno in comune una funzione specifica. Queste entità sono correlate secondo una organizzazione o legge naturale, devono essere discernibili e in una relazione con almeno un altro elemento del sistema stesso. Nel caso di un sistema isolato, questi elementi non hanno relazioni all’esterno, nel caso di un sistema aperto possono avere interconnessioni con la totalità del reale.
I sistemi possono inoltre essere trattabili o non trattabili
Sono trattabili quei sistemi “semplici”, formati da elementi omogenei, che hanno tutti la stessa natura e le cui relazioni sono tutte o quasi anch’esse della stessa natura. Per definirli sono sufficienti descrizioni semplici, che richiedono cioè un livello minimo di dettaglio e il principio di funzionamento è completamente noto. Sono considerati stabili, in quanto possiedono un basso tasso di cambiamento e sono indipendenti dagli altri sistemi.
Sono invece non trattabili quei sistemi che per essere definiti richiedono descrizioni elaborate, con un elevato livello di dettaglio. Possono essere governati in toto o in parte da principi di funzionamento sconosciuti e sono considerati instabili, possiedono cioè un alto tasso di cambiamento e sono interdipendenti con altri sistemi.
Per quanto numerosi e articolati, se gli elementi che costituiscono un sistema sono descritti, così come le regole che lo governano, il sistema è comunque considerato trattabile anche se complicato.
Se invece l’identificazione degli elementi costituenti è difficile e le relazioni che intercorrono sono intricate e di difficile comprensione, quindi non totalmente conoscibili, allora il sistema è detto complesso.
La tipologia di sistema sul quale baseremo il nostro lavoro è di tipo socio-tecnico complesso.
In ogni tipo di sistema la sfida è quella di garantire la stabilità ed evitare “incidenti”.
È necessario dunque approfondire in cosa consistono gli incidenti, per poterli evitare e se questo non è possibile, cercare di gestirli una volta accaduti, minimizzandone gli effetti sul nostro sistema.
La teoria sugli incidenti e metodi per la loro analisi
Un sistema è considerato sicuro (safe) se si rende impermeabile alle perturbazioni, e le fasi di identificazione e valutazione dei rischi sono essenziali prerequisiti per un sistema ritenuto tale. Poiché inoltre incidenti e valutazione del rischio sono due facce della stessa medaglia, e poiché entrambi sono contenuti in egual misura nei modelli di risk management, sarebbe ragionevole presumere che gli studi e gli sviluppi nella sicurezza dei sistemi abbiano abbinato quelli sugli sviluppi nell’analisi degli incidenti. Così come abbiamo bisogno di avere un’eziologia degli incidenti, uno studio delle possibili cause o origini degli incidenti, abbiamo anche bisogno di un’eziologia della sicurezza, più specificamente di cosa sia la sicurezza e di come possa essere messa in pericolo.


Nei sistemi complessi, le molte variabili coinvolte operano simultaneamente generando un comportamento intrinsecamente non-lineare, in cui cause ed effetti sono lontani nello spazio e nel tempo.
Un sistema complesso generalmente possiede la capacità di auto-organizzarsi, è costituito da vari livelli gerarchizzati, in cui i componenti dei sotto-livelli sono essi stessi sistemi complessi e in cui i sopra-livelli manifestano caratteristiche cosiddette “emergenti” (che emergono). Tra i sistemi aperti (che comunicano con l’ambiente circostante) possiedono sottosistemi interagenti in modo non lineare, in modo da produrre comportamenti emergenti capaci di evolvere e adattarsi all’ambiente stesso o, addirittura, di modificarlo. Tali sistemi sono detti sistemi complessi autoadattativi (Complex Adaptive Systems)” .
Nell’analisi dei rischi lo scopo ultimo è quello di proteggere il valore dell’organizzazione e quindi dei suoi asset. A tal scopo vengono utilizzati dei metodi che servono per identificare vulnerabilità e minacce e preservare gli asset dai pericoli e dai potenziali incidenti. Il verificarsi di un incidente/infortunio deriva invariabilmente da una sequenza completa di fattori, l’ultimo dei quali è l’incidente stesso. L’incidente a sua volta è invariabilmente causato o consentito direttamente dall’azione pericolosa di una persona e/o da un pericolo meccanico o fisico.
L’analisi degli incidenti si basa sui modelli di:
– linearità semplice o modello domino
– linearità complessa o modello formaggio svizzero
– non-lineare o modello sistemico
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